27 gennaio 2022 - Giornata della Memoria

“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario.” Primo Levi

“Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”.

Anche quest’anno al  2° Circolo Didattico di Quarto si è svolto un evento, in occasione della Giornata della Memoria - 27 gennaio 2022, per riflettere sul tema della tolleranza, dell’accoglienza e della pace tra i popoli. Mai più la Shoah, mai più l’annientamento della dignità dell’uomo, mai più la discriminazione.

Ancora una volta abbiamo voluto raccogliere in un evento così tragico qualcosa di “bello” che potesse, una volta tanto, lasciare nel cuore di ognuno il sapore di un lieto fine per chi ha vissuto sulla propria pelle le conseguenze della follia dell' uomo, capace di instaurare un regime del terrore in nome di una esaltazione della razza ariana che arriva al punto di cancellare vite e con esse storie, tradizioni, culture.

Ospite d’eccezione Elio Samuele Guardascione, responsabile dell’ufficio Area IV servizi culturali del Comune di Bacoli, nonché  Presidente dell’Ass.Culturale Bacoli-Kymi, autore di un’opera di ricostruzione di una vicenda che vede al centro dell’attenzione la cittadina flegrea.

Insieme alla raccolta di innumerevoli testimonianze dirette, Samuele ha profuso un impegno notevole per riportare alla luce una storia che, altrimenti, sarebbe rimasta nell'oblio.

Grazie a questa sua passione  per lo studio e l’approfondimento della storia della sua terra Samuele si è imbattuto in una vicenda straordinaria per la sua particolarità.

Infatti, attraverso una capillare ricerca storiografica, Samuele è riuscito a rintracciare i parenti degli ebrei ospiti a Bacoli nel Kibbutz «Mechor Bachur», fondato nella sede di Villa Scalera nel 1945. Circa 300 ebrei sopravvissuti ai campi di concentramento di Belsen-Bergen, Buchenwald e Mathausen, giunsero a Bacoli tra l’autunno del 1945 e l’estate del 1946 dove furono accolti nella casa/rifugio sul porto di Miseno per poi essere imbarcati clandestinamente alla volta della Palestina. Una bella storia di accoglienza e solidarietà che rappresenta quel raggio di luce, quella “bellezza che rimane ancora”, che in ogni vicenda, anche triste, rappresenta il bello da ricordare.  

Accoglienza e solidarietà hanno segnato positivamente la vicenda storica ed esistenziale degli ebrei, tutti giovani e adolescenti,  giunti a Bacoli all’indomani del più tragico conflitto mondiale che ha segnato la storia dell’umanità nel secolo scorso. Qui trovarono una casa, impararono a nuotare … molti di essi non avevano mai visto il mare … ebbero modo di lavorare imparando diversi mestieri tra cui costruire e riparare barche, attività svolta da maestri d’ascia presso la darsena di Pozzuoli, altri realizzarono il sogno di unirsi in matrimonio ma tutti realizzarono quello di ritornare in patria… Quante storie, quante vicende umane potremmo segnare positivamente con un pizzico di accoglienza in più? 

Per questo evento di particolare bellezza al Comune di Bacoli è stato assegnato, per la solidarietà offerta ai numerosi profughi ebrei,  il Maghen David riservato alle “Memoriæ di impegno civile”,

Si tratta di un riconoscimento di enorme importanza per Bacoli e per i bacolesi che, pur vivendo un momento di profonda crisi economica e sociale, seguita alla Seconda Guerra Mondiale, diedero agli ospiti di Villa Scalera, fratellanza sincera e incondizionata, forza per ricominciare e, soprattutto, voglia di vivere.

Dall'Inferno dei Campi di sterminio al Paradiso di Villa Scalera e di Eretz Israel.

Gli alunni delle classi quinte del circolo hanno partecipato all’incontro con attenzione e interesse per una vicenda che avevano approfondito attraverso una ricerca effettuata in web . Dal racconto di Samuele è stato possibile cogliere i risvolti umani e i sentimenti che hanno accompagnato la riflessione sui fatti che hanno segnato profondamente la vita di tante persone.

L’incontro si è concluso con un minuto di silenzio osservato alle ore 12.00 in ricordo dell’ingresso delle truppe sovietiche nel campo di sterminio di Auschwitz.

Eugenio Russo